8-Le chiavi del potere by Steve Berry

autore:Steve Berry [Berry, Steve]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: pag.416
editore: 2013
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

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Sabato 21 novembre, ore 8.00

Malone finì la colazione a base di cereali e frutta. Lui e Kathleen Richards avevano passato alcune ore al Churchill, lui sul divano-letto, lei nella camera. Erano arrivati dopo mezzanotte e all’albergo era rimasta libera soltanto la suite. Finalmente lui si era ripreso dal jet lag e si era addormentato quasi subito. Ma non prima di aver telefonato ad Antrim per assicurarsi che Ian e Miss Mary l’avessero raggiunto, e che Gary stesse bene. Kathleen gli aveva chiesto di non parlare di lei con Antrim, promettendo che poi gli avrebbe spiegato il perché, e lui aveva acconsentito.

«Mathews ha mandato me proprio per via di Blake Antrim», gli spiegò lei, mentre erano ancora seduti al tavolo del ristorante del Churchill, che si apriva sulla lobby principale con una parete finestrata che dava sull’affollata Portman Square. «Dieci anni fa abbiamo avuto una relazione, Mathews voleva che sfruttassi la nostra conoscenza per agganciarlo.»

«Antrim è un problema?» chiese Malone. Aveva bisogno di saperlo, dato che aveva affidato Gary a quell’uomo.

Kathleen Richards scosse la testa. «Non in quel senso. No, anzi Gary può benissimo stare con lui. Tuttavia, se al suo posto ci fosse una ragazza che vuole troncare la relazione con lui...» Fece una pausa, poi proseguì: «Sarebbe tutto un altro paio di maniche».

Malone capì. «Non ama sentirsi dire di no?»

«Qualcosa del genere. Diciamo che la nostra separazione è stata indimenticabile.»

«E lei ha acconsentito a riprendere i contatti con lui?»

«A quanto pare, Antrim sta lavorando a qualcosa che mette a repentaglio la nostra sicurezza nazionale. Purtroppo, però, Mathews non mi ha detto di che cosa si tratti.»

Senti senti, pensò Malone. «E così ieri sera l’ha mandata alla libreria per agganciare me e Ian? Mi faccia indovinare: vuole la chiavetta?»

Kathleen annuì. «Esatto. Immagino che lei non vorrà dirmi che cosa contiene.»

Malone rifletté. Perché no? A lui che cosa importava? Non era una sua missione. Oltretutto, quei documenti non erano poi niente di sensazionale. «Per quanto le possa sembrare incredibile, Antrim sta cercando di dimostrare che Elisabetta I era un uomo.»

Lei sgranò gli occhi. «Ma siamo matti? Mathews voleva ammazzarmi per una cosa del genere?»

Malone fece spallucce. «E non è finita. Mathews era presente quando Farrow Curry è stato ucciso. È stato uno dei suoi uomini a spingerlo sotto il convoglio della metropolitana. Ian l’ha visto coi suoi occhi.»

«Questo spiega come mai lui voglia Ian Dunne.»

«È testimone di un omicidio avvenuto in territorio britannico, quindi di competenza del MI6. È un bene che Ian sia nel luogo più sicuro possibile, cioè con Antrim, i cui interessi sono chiaramente opposti a quelli di Mathews.»

«Antrim è a conoscenza di tutte queste cose?»

Malone annuì. «Gliele ho dette io, ieri sera, al telefono. Mi ha promesso di tenere d’occhio Ian.»

Ciò spiegava anche come mai Malone fosse ancora in Inghilterra: se non fosse stato per il fatto che Ian era chiaramente nei guai, lui e Gary sarebbero ripartiti da un pezzo. Ma non poteva andarsene così, come se niente fosse. Voleva proseguire la partita, chissà che non riuscisse a cavare d’impaccio il ragazzo.

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